Gratitudine: la risorsa perduta…
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Gratitudine: la risorsa perduta…

Ho pensato e ripensato a lungo, in questi giorni, ai propositi d’inizio anno, in primis per me stessa e secondariamente, sul loro significato in generale. Mi sono chiesta quante siano le persone che davvero stillano la loro lista a Capodanno, siglando un sincero e leale patto con Sé stesse e per quante invece questo rituale sia una consuetudine formale, in cui crogiolarsi per alcuni giorni, per poi voltare pagina dalla ripresa della routine quotidiana dopo l’Epifania

Eh si… la “storia” dei “buoni propositi”, a volte, è un “patto da marinaio” che facciamo con noi stessi: talvolta scegliamo e riscegliamo sempre gli stessi obiettivi che forse non ci riguardano veramente o semplicemente, non risvegliano più il nostro entusiasmo o la nostra gioia di vivere. A volte puntiamo troppo lontano, stanziando obiettivi raggiungibili sì, ma che richiederebbero ben più di 365 giorni per divenire realtà ed allora? Allora spesso perdiamo la fiducia in noi stessi, anno dopo anno smettiamo di impegnarci, rinunciamo a dare un peso reale alle parole che ci diciamo, o ancor peggio, iniziamo ad avere una “cattiva” considerazione di noi, quel piccolo-GRANDE NOI che con il cuore aperto, davanti alle lucine di Natale, nella penombra del proprio salotto ha osato prendere e carta e penna e iniziare a scrivere i propri REALI DESIDERI PER Sé STESSO.

 

Come fare allora per raggiungere il 31 dicembre con il cuore colmo di entusiasmo per i traguardi raggiunti?

  1. Scriviamo obiettivi e propositi che appartengano realmente al nostro cuore. Se non risveglia la tua curiosità, se non ti fa brillare gli occhi e non genera un’ondata di adrenalina diffusa nel tuo corpo inondandoti “di voglia di metterti in marcia”, non è l’obiettivo giusto per te. Forse si tratta di cambiare ambito, concederti qualcosa a cui tieni davvero o smettere di accanirti sempre nella medesima direzione.
  2. Tariamo i tempi! Ok sognare in GRANDE è importante e meraviglioso, ma QUESTI PROPOSITI riguardano l’anno appena iniziato, pensiamo davvero che quanto ci siamo ripromessi sia fattibile in 365 giorni? Se la risposta è sì allora siamo sulla strada giusta, in caso contrario, chiediamoci che cosa potremmo fare in virtù del nostro obiettivo entro la fine dell’anno. Ne va della fiducia in noi stessi. Come potremmo ritrovare nuova energia per l’anno nuovo, in caso contrario?
  3. Condividiamo gli obiettivi con le persone care! ATTENZIONE!!! Le persone care non sono semplicemente il nostro entourage famigliare ma tutti coloro che con Amore sincero ci sostengono, incoraggiano, comprendono nella nostra quotidianità; può trattarsi di un’amica o di quella vicina di casa a cui bussi alla porta per un caffè proprio quando la giornata è delle più storte ed esci dalla sua porta con un rinnovato sorriso sulle labbra. Condividere i propri obiettivi e propositi innesca un’onda di corrente generativa che dirigerà inevitabilmente le nostre azioni nella direzione desiderata e crea un patto verbale 8e quindi tangibile!) con noi stessi. Infine, concede ufficialmente a chi ci vuole bene (il nostro Bene!), la possibilità di sostenerci lungo tutto il tragitto che ci condurrà al traguardo. Desistere è semplice davanti alla stanchezza, alla mancanza di tempo e alle difficoltà: tutti abbiamo bisogno di qualcuno che faccia il tifo per noi e tuteli le promesse fatte a noi stessi.
  4. Ogni frangente di Vita passa attraverso la Gratitudine. L’”Essere grati” è strettamente connesso con la nostra abilità di dire GRAZIE: a noi stessi, alla Vita, alle opportunità che si sono aperte ai nostri occhi e alle persone che ci hanno sostenuto. Saper ringraziare per il passato e il presente è il PIÙ POTENTE ATTIVATORE DI UNO STATO DI GRAZIA, inneschiamo così un’attitudine a quell’apertura, a quella visione, a quella fiducia e a quel contatto con tutto ciò che ci circonda che ci permette di attingere all’energia, alla creatività, all’entusiasmo e alla perseveranza necessari per esaudire e portare a termine i nostri “buoni propositi”. Prima di stillare qualsiasi lista di obiettivi chiediamoci dunque a che cosa siamo grati in questa nostra Vita (così com’è ora!) e sarà come fare carburante prima della partenza per un lungo viaggio.

Un esempio? Voglio perdere 10 kg quest’anno! Ok, con impegno, dedizione, tenacia, attività fisica ed una sana e corretta alimentazione posso farcela … eppure, il mio corpo è IN OGNI CASO un potente alleato ed un amico fidato, per cosa gli sono grato/a? Partendo da questa forza anziché da una dichiarazione di guerra “al peso”, tutto sarà più leggero. Si tratterà di un’alleanza che stipuliamo con il nostro corpo, anziché di una sfida che presuppone un conflitto ed un nemico da combattere.

E se negli ultimi anni nulla di ciò che avevo immaginato e desiderato è stato possibile?

Ok, respira, respira a fondo e respira ancora, contatta la gratitudine per ciò che di meraviglioso la Vita ti ha donato. Ognuno di noi è in Vita grazie a qualcosa di magico e straordinario che ogni giorno gli permette di ricominciare a camminare, esattamente dal punto in cui si trova; e da quella piccola – grande – ordinaria – straordinaria gratitudine, riparti per i tuoi propositi!

Il proposito è ciò che “pongo dinnanzi a me”, qualcosa che vorrei raggiungere. Poniamo d’innanzi l’attitudine alla grazia e anche il più complesso dei traguardi sembrerà più vicino.

 

Buon anno dunque e che … Stato di Grazia sia! Sì proprio ora che le festività sono finite e possiamo intraprendere un leggero, entusiasmante, meraviglioso viaggio verso Noi Stessi!

HAPPY LIGHT YEAR!

Intensità o Leggerezza?
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Intensità o Leggerezza?

Nella nostra cultura attuale, fortemente condizionata dai media, dalle immagini e dalla comunicazione ad effetto … l’INTENSITA’ è divenuta un valore.

E quando parlo d’intensità sono ben lontana dal riferirmi alla profondità di un momento estatico o di una presenza forte e centrata.

Il termine intensità affonda le radici nella lingua latina e significa “tendere verso”, “essere spinti da grande forza” e ad oggi è spesso compagna dello struggimento che segue il dolore, la paura, le emozioni e le percezioni (reali o supposte) che schiacciano, alienano, sconvolgono anziché essere canale di centratura e attenzione. In altre parole riconosco un valore in ciò che mi ferisce, aliena, strazia, sconvolge, poiché in esso riconosco un coinvolgimento che mi permette di uscire dalla frenesia e dalla superficialità di una vita troppo veloce ed impegnativa per essere assaporata e vissuta pienamente.

Un film non fa audience senza scene di sesso e crudeltà e, ad oggi, anche il più “innocuo” dei cartoni animati porta con sé scene di violenza inimmaginabili sino ad una decina di anni fa. Guidiamo l’auto e veniamo travolti dalle notizie più impensabili, pranziamo”subendo” immagini grottesche e macabre che nulla hanno di funzionale se non portare ad una chiusura – graduale o improvvisa – del nostro sentire, all’alienazione della nostra mente, alla fuga da una riflessività che viene aggredita costantemente da tinte forti e toni irruenti che non lasciano alcuno spazio all’espressione di Sé.

E tutto questo … ha un ulteriore “effetto collaterale”: quell’intensità a cui tendevo nella speranza di trovare nuova linfa vitale, spesso diviene insostenibile poiché dolorosa, troppo dolorosa e mi lascia immune, indifferente e lontana anni luce dal coltivare l’attitudine al “fruscio della Vita” ovvero a tutto ciò che di prezioso, meraviglioso, rigenerante (e molto spesso SILENZIOSO) che la Vita mi riserva ogni giorno fra le pagine della mia quotidianità; dallo sguardo di un’amica, ad un buon caffè sorseggiato al bar, al fiore che cresce fra l’asfalto ricordandomi che la Vita ha forze impensate ed insperate.

“Ormai le cose vanno così!”, sento dire spesso.

Eppure, l’antidoto c’è e si chiama “Leggerezza”. La Leggerezza porta con sé tutto ciò che è lieve, che non ha gravità. La leggerezza non porta con sé fardelli: si libera del peso delle preoccupazioni, della pressione della paura, dall’alienazione della fretta. La leggerezza si nutre di ossigeno, di vento e di profumo di fiori e pertanto e difficilmente manipolabile, imprigionabile, affondabile. La Leggerezza libera il dolore dallo strazio, la paura improvvisa dalla fobia alienante, la stanchezza dall’astenìa cronica, la preoccupazione di un istante dalla tendenza depressiva. La leggerezza restituisce ad ogni esperienza il SUO VERO SIGNIFICATO libero da elucubrazioni, proiezioni e preoccupazioni che modificano il presente, alterando i ricordi e inquinano il futuro con proiezioni negative ed “appiccicose” cariche di durezza e paure.

La leggerezza non cambia gli eventi, la leggerezza non chiama la superficialità, la leggerezza porta con sé l’abilità di sfiorare ogni cosa, cogliendone l’essenza e restituendo ad ogni cosa il “giusto peso”: quello del cambiamento, della possibilità e della volubilità; consapevoli che TUTTO può CAMBIARE, nulla diviene una condanna. Se nulla è inequivocabile, estremo, terribile, definitivo, impossibile, terrifico, allora vi è sempre la possibilità di una nuova realtà che, in primis, permettiamo a noi stessi di creare!

Metaforicamente il vento è simbolo di cambiamento … quando “cambia il vento”, cambia il tempo … e spesso anche “le cose”.

E’ vero, nella Vita vi sono eventi inesorabili, situazioni che non possono essere cambiate, ma la Leggerezza ha un grande potere: non cambia la realtà ma cambia il modo in cui ci approcciamo ad essa, ed in essa troviamo la possibilità, la soluzione … una Vita più adatta a noi.

Ed è allora che immaginando di essere piccole piume possiamo sorvolare la nostra vita ritrovando nuove boccate d’ossigeno, riscoprendo nuove prospettive e lasciando andare ciò che appesantisce il nostro incedere.

Cosa cambierebbe nella nostra Vita se indossassimo le ali della leggerezza? Se ci sorridessimo auto-ironici alle vetrate dell’ufficio? Se una mail di un cliente non fosse poi così schiacciante? Se la telefonata di nostra madre non avesse il potere di metterci cosi di malumore?… a NOI la scelta!

 

Cosa scegliere dunque: intensità o leggerezza?

Ciò che porta pace al nostro cuore.