Intensità o Leggerezza?
Nella nostra cultura attuale, fortemente condizionata dai media, dalle immagini e dalla comunicazione ad effetto … l’INTENSITA’ è divenuta un valore.
E quando parlo d’intensità sono ben lontana dal riferirmi alla profondità di un momento estatico o di una presenza forte e centrata.
Il termine intensità affonda le radici nella lingua latina e significa “tendere verso”, “essere spinti da grande forza” e ad oggi è spesso compagna dello struggimento che segue il dolore, la paura, le emozioni e le percezioni (reali o supposte) che schiacciano, alienano, sconvolgono anziché essere canale di centratura e attenzione. In altre parole riconosco un valore in ciò che mi ferisce, aliena, strazia, sconvolge, poiché in esso riconosco un coinvolgimento che mi permette di uscire dalla frenesia e dalla superficialità di una vita troppo veloce ed impegnativa per essere assaporata e vissuta pienamente.
Un film non fa audience senza scene di sesso e crudeltà e, ad oggi, anche il più “innocuo” dei cartoni animati porta con sé scene di violenza inimmaginabili sino ad una decina di anni fa. Guidiamo l’auto e veniamo travolti dalle notizie più impensabili, pranziamo”subendo” immagini grottesche e macabre che nulla hanno di funzionale se non portare ad una chiusura – graduale o improvvisa – del nostro sentire, all’alienazione della nostra mente, alla fuga da una riflessività che viene aggredita costantemente da tinte forti e toni irruenti che non lasciano alcuno spazio all’espressione di Sé.
E tutto questo … ha un ulteriore “effetto collaterale”: quell’intensità a cui tendevo nella speranza di trovare nuova linfa vitale, spesso diviene insostenibile poiché dolorosa, troppo dolorosa e mi lascia immune, indifferente e lontana anni luce dal coltivare l’attitudine al “fruscio della Vita” ovvero a tutto ciò che di prezioso, meraviglioso, rigenerante (e molto spesso SILENZIOSO) che la Vita mi riserva ogni giorno fra le pagine della mia quotidianità; dallo sguardo di un’amica, ad un buon caffè sorseggiato al bar, al fiore che cresce fra l’asfalto ricordandomi che la Vita ha forze impensate ed insperate.
“Ormai le cose vanno così!”, sento dire spesso.
Eppure, l’antidoto c’è e si chiama “Leggerezza”. La Leggerezza porta con sé tutto ciò che è lieve, che non ha gravità. La leggerezza non porta con sé fardelli: si libera del peso delle preoccupazioni, della pressione della paura, dall’alienazione della fretta. La leggerezza si nutre di ossigeno, di vento e di profumo di fiori e pertanto e difficilmente manipolabile, imprigionabile, affondabile. La Leggerezza libera il dolore dallo strazio, la paura improvvisa dalla fobia alienante, la stanchezza dall’astenìa cronica, la preoccupazione di un istante dalla tendenza depressiva. La leggerezza restituisce ad ogni esperienza il SUO VERO SIGNIFICATO libero da elucubrazioni, proiezioni e preoccupazioni che modificano il presente, alterando i ricordi e inquinano il futuro con proiezioni negative ed “appiccicose” cariche di durezza e paure.
La leggerezza non cambia gli eventi, la leggerezza non chiama la superficialità, la leggerezza porta con sé l’abilità di sfiorare ogni cosa, cogliendone l’essenza e restituendo ad ogni cosa il “giusto peso”: quello del cambiamento, della possibilità e della volubilità; consapevoli che TUTTO può CAMBIARE, nulla diviene una condanna. Se nulla è inequivocabile, estremo, terribile, definitivo, impossibile, terrifico, allora vi è sempre la possibilità di una nuova realtà che, in primis, permettiamo a noi stessi di creare!
Metaforicamente il vento è simbolo di cambiamento … quando “cambia il vento”, cambia il tempo … e spesso anche “le cose”.
E’ vero, nella Vita vi sono eventi inesorabili, situazioni che non possono essere cambiate, ma la Leggerezza ha un grande potere: non cambia la realtà ma cambia il modo in cui ci approcciamo ad essa, ed in essa troviamo la possibilità, la soluzione … una Vita più adatta a noi.
Ed è allora che immaginando di essere piccole piume possiamo sorvolare la nostra vita ritrovando nuove boccate d’ossigeno, riscoprendo nuove prospettive e lasciando andare ciò che appesantisce il nostro incedere.
Cosa cambierebbe nella nostra Vita se indossassimo le ali della leggerezza? Se ci sorridessimo auto-ironici alle vetrate dell’ufficio? Se una mail di un cliente non fosse poi così schiacciante? Se la telefonata di nostra madre non avesse il potere di metterci cosi di malumore?… a NOI la scelta!
Cosa scegliere dunque: intensità o leggerezza?
Ciò che porta pace al nostro cuore.